Essere parte dell'incanto
disegno di Luciano Furlanetto
«Quando ci si rende
conto del riflesso di Dio in tutto ciò che esiste, il cuore sperimenta il
desiderio di adorare il Signore per tutte le sue creature e insieme ad esse,
come appare nel bellissimo cantico di san Francesco d’Assisi»
Con queste parole tratte dall’Enciclica «Laudato sìì, sulla
cura della casa comune», torniamo su un articolo pubblicato nel 2014: "Essere parte dell'incanto". (Clicca qui per andare all'articolo)
La vita all’aria aperta, le attività di conoscenza della
Natura, non solo preparano i bambini a vivere l’esperienza del Campo estivo una
volta Esploratori; non solo pongono le basi che - nella logica della continuità
del metodo - possono evolvere in vere e proprie scelte di vita, maturando di
età in età.
Nell’età della preadolescenza la conoscenza della natura
apre il mondo interiore a riflettere su di sé per «prendere il largo» nella
vita, imparando con pazienza a prestare attenzione a quei particolari che l’osservazione
abitua l’occhio. Non solo quel muscolo legato al senso della vista vero e
proprio, ma anche quell’occhio interiore che sa scoprire nel proprio intimo,
come nel cuore del prossimo, ciò che vi alberga.
Un’attività natura fine a sé stessa nello Scautismo serve
poco: abbiamo “solo” il compito di appassionare chiedendo ai ragazzi di approfondire
la conoscenza reale dell’ambiente facendo strada, vivendo nel bosco, trovando
il tempo per frequenti uscite e Cacce. Entrando cioè in contatto fisico con la Natura, imparando anche a capire quanto collabori con noi quando andiamo a legna, costruiamo un rifugio, cerchiamo un riparo dalla pioggia o acqua potabile.
È lì che un’attività natura prende “più fiato”: si comprende
l’importanza nell’avere una buona relazione con la natura; si capisce che la
nostra vita è strettamente connessa con il Creato. È questo un passaggio che forse
in età lupetto o coccinella non è facile da comprendere e da far vivere, ma è
da presentare: la cura della natura non è un affare da deboli (LS 116), ma prepara
l’uomo e la donna della Partenza ad intendersi come amministratori responsabili
di quanto ci circonda.
Nell’individuazione di obiettivi personalizzati, anche un’attività
natura può essere “pensata” per favorire la comprensione del senso della propria
vita, la capacità relazionale con gli altri, il senso di responsabilità verso
ciò che ci circonda, la consapevolezza che il Creato – anche quando si
manifesta in tutta la sua forza e bellezza – vive di equilibri delicati tanto
quanto la nostra vita con gli altri.
In questa prospettiva, il metodo scout, può fare propria la
proposta di un’ecologia integrale e riconoscerla già insita in tutte quelle prove
di Pista e di Sentiero che aiutano il bambino e il ragazzo a creare quella
relazione indispensabile tra la propria vita con la legge morale iscritta nella
natura umana (LS 155).
In quanto educatori, un Capo ed un’Assistente, sanno quanto
influiscono sui comportamenti dei ragazzi i modelli
di pensiero (LS 215): anche lo Scautismo in fondo è uno di questi modelli.
Sanno anche – se non altro per il loro cammino di formazione
– che «L’educazione
sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di
diffondere un nuovo modello riguardo all’essere umano, alla vita, alla società
e alla relazione con la natura. Altrimenti continuerà ad andare avanti con il modello
consumistico trasmesso da mezzi di comunicazione e attraverso gli efficaci
meccanismi del mercato».
È una bella
partita e per sostenerla, Papa Francesco ci indica alcuni modelli di santità. Ci
fermiamo a quello che ci è più caro perché con lui, San Francesco d’Assisi,
abbiamo dato inizio a questa riflessione introduttiva.
Ricordiamo il modello di san Francesco d’Assisi,
per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione
integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori,
peccati vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro» (LS 218)
Buona caccia.
don Angelo Balcon - Assistente del Distretto Belluno Trentino Alto Adige