Il ragazzo nel libro dei Capi
(cliccando sul titolo si va all'articolo)
Convincere i ragazzi che la vita è bella: è uno degli scopi che non si dicono mai esplicitamente nei Campi scuola o negli incontri di formazione per Capi e Capo: non una passeggiata leggiadra attraverso un tratto di tempo più o meno lungo, ma bella sì! A Palermo il 15 settembre 2018 Papa Francesco concludeva la sua omelia, in riferimento alla vita di don Pino Puglisi, «.. scegliamo anche noi una vita bella...». raccomandazione che sentiamo viva nel nostro servizio educativo e sappiamo che non è affatto una missione impossibile. La vita all'aperto, le uscite, gli hykes, i campi mobili e le routes: con la loro fatica e la loro preparazione tecnica a lungo e breve termine sono una matafora del cammino della vita.
Da dove partire nella riflessione se non dai "destinatari" del Metodo - che nello Scautismo sono anche protagonisti - cioè i ragazzi?
In un articolo intitolato Cosa farà da grande la generazione z sul Sole24 ore del 4 settembre scorso, abbiamo una panoramica di chi sono i ragazzi che vivono l'avventura scout nei nostri Riparti e nei nostri Clan e Fuochi. L'articolo richiama le parole di Gustavo Pietropolli Charmet che danno il titolo ad uno dei suoi saggi: Cosa farò da grande? Il futuro come lo vedono i nostri figli.
Lo Scautismo aiuta i ragazzi a fondare "ora"abilità e rafforzare doti personali affinché possano entrare ciascuno nel proprio personale futuro e prendersi responsabilità, forti di una personalità riccamente composita.
Alla luce di alcune sollecitazioni provenienti da questi testi, ho riletto il capitolo dedicato ai ragazzi in "Suggerimenti per l'educatore scout" o "Il Libro dei Capi" che è uno dei testi di B.-P. la cui lettura è d'obbligo ancora oggi per comprendere a fondo le intenzioni originarie del fondatore dello Scautismo.
Si propone una riflessione sollecitata dalla Direzione di Gruppo Trevignano 1 e dal Consiglio di Distretto Belluno - Trentino Alto Adige qui pubblicata.
Buona strada!
don Angelo Balcon