«Alla Porziuncola era il tramonto del 3 ottobre, di sabato. La sua ultima preoccupazione fu la povertà. Era piagato come il Cristo sulla Croce; volle nascere al Cielo come il Cristo aveva scelto di nascere in questo mondo, nudo sulla nuda terra... Era il 3, sabato, al tramonto. Secondo le ore liturgiche cominciava la domenica, il giorno del Signore.
Le allodole, che amano la luce, si alzarono allora in volo. A stormo presero a volare a quota bassa sopra il tetto del'edificio nel quale egli giaceva; e girando in cerchio, cantavano...»
Franco Cardini, Francesco d'Assisi, Oscar Mondadori, 272-273
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Il testo a seguire è di don Annunzio Gandolfi e pubblicato su"Avventure all'aperto" Ed. Borla Collana Scouting. È stato scritto per gli Esploratori, ma va bene anche per Vecchi Lupi che vogliono fare strada...
Buona meditazione nella Festa di S. Francesco d'Assisi
Gesù aveva detto: "Andate". Andate senza fermarvi. La terra, dopo queste parole, non aveva più confini. Bisognava camminarla in tutti i sensi. Le strade diventavano fiumi sui quali l'annunzio di Gesù correva instancabile.
Durante il Medioevo, conventi e abbazie si accamparono il mondo. Le crociate e i pellegrinaggi formarono poi come correnti fisse di emigrazioni.
Francesco invece rivide la terra, come nei primi anni del Cristianesimo, tutte vie, solcata in ogni senso da strade, viottoli e redole.
Nulla di fisso, neanche nei grandi itinerari, che prendevano le più impensate direzioni. Solo Roma restava il punto di partenza e d'arrivo di questo faticoso e ininterotto viaggio.
Si trattenne perciò poco tempo sotto il tetto di paglia della sua capanna, e non restò molti giorni confinato tra le siepi della Porziuncola.
Uscì all'aperto e battendo le mani, fece alzare i suoi compagni dallo strame come se fossero stati veramente uccelli migratori e li invitò a riprendere il volo in tutte le direzioni.
Sarebbero tornati alla Porziuncola due volte l'anno per la Pentecoste e per San Michele. Il resto dei giorni li dovevano passare per via, predicando con i fatti e con le parole. Bisognava camminare, impolverarsi i piedi, mangiare il pane dell'ospite sempre nuovo, non metter radici in nessun luogo, né fiducia in nessun uomo.
"Riponi la tua fiducia nel Signore; Egli avrà cura di te" come ha cura dei fiori dei campi e degli uccelli dell'aria. Francesco innestava direttamente le parole del Vangelo alle parole del cinquantaquattresimo Salmo.
I suoi compagni s'inginocchiavano dinanzi. Egli li abbracciava rialzandoli; poi, a due a due, a piedi scalzi, senza bisaccia, senza denari, senza neppure bastoni, partivano lungo le strade che rigavano in ogni direzione la terra.
Francesco e i suoi compagni si può dire che vivessero per le strade. Pellegrini di Dio, percorrevano le strade del mondo, apparentemente senza meta.
Solo Iddio regolava il loro passo. Sotto un albero, sotto un ponte, alla porta di una città, il Padre celeste poteva dire: "Basta!". essi erano allora giunti. D'altro parte essi non potevano mai dire di aver toccato il fine del loro viaggio. La loro missione non aveva confini. Tutte le strade s'aprivano davanti a loro, con l'intrico dei bivi, dei trivi, delle diramazioni e delle scorciatoie; con quei nodi, che si chiamavano paesi o città, dove le strade non terminavano, ma di dove essi riprendevano a camminare in tutte le direzioni.
I compagni di Francesco non si dovevano preoccupare troppo degli itinerari. Affidarsi a Dio e camminare. Tutte le strade erano buone, perché tutte conducevano tra gli uomini.
Francesco dava l'esempio di questa assoluta confidenza in Dio.